mercoledì 11 febbraio 2015

Legge contro l'omofobia Firmalove: con la strategia del "canguro" verso la meta

Si sono concluse altre quattro giornate di discussione in Consiglio provinciale sul ddl contro le discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere e intersessualità. Per ora la discussione è stata rinviata, ma in una decina di giorni di discussione la legge potrebbe essere approvata grazie alla strategia del "canguro", messa a punto con la maggioranza, per saltare - da qui il termine canguro - la discussione di gran parte dei 1400 emendamenti e portare a casa una legge contro l'omofobia che, nella sua essenzialità, prevenga e contrasti efficacemente  il fenomeno. 

Di seguito un breve sunto della discussione di questi quattro giorni:

Come previsto dopo il fatto inedito dell'ostruzionismo preventivo su tutti gli altri punti all'odg, la minoranza ha ricominciato l'ostruzionismo sul ddl contro l'omofobia, strumentalizzando studi, mistificando i contenuti della legge e mettendo in piedi una feroce campagna per spaventare la gente rispetto a quanto succederà se questa legge passasse. La maggioranza ha tenuto duro ed è riuscita a far fronte all'ostruzionismo fino ad arrivare a votare il primo degli emendamenti abrogativi per far decadere i 22 successivi, dando il via alla strategia del "canguro".
Durante la discussione non si è sentito parlare di altro che di ideologia gender, la famosa invenzione secondo la quale si vorrebbe entrare nelle scuole imponendo il "pensiero unico gender" secondo il quale dire che esistono le persone omosessuali e che vanno rispettate, corrisponderebbe a voler far diventare tutti gay e lesbiche; dire che esistono bambini che hanno anche due mamme o due papà, equivarrebbe a imporre ai bambini una visione di famiglia distorta: e ai bambini che hanno due genitori dello stesso chi ci pensa?; dire che un bambino può fare i giochi che più gli piacciono, indipendentemente dal fatto che sia maschio o femmina, corrisponderebbe ad imporre ai bambini di giocare con le bambole e alle bambine coi soldatini per confonderli e far si che i generi non esistano più e che ogni mattina ci si alzi e si debba scegliere a che genere appartenere. Questi alcuni deliri su questa fantomatica ideologia gender.
Tra i tanti sproloqui abbiamo assistito alle battute del consigliere Civettini sulla Presidentessa Uga Rossi, perché così chiamerà il Presidente Rossi se dovesse passare la legge, ai continui attacchi di Borga contro la Commissione pari opportunità, colpevole di difendere la parità di genere che per Borga annullerebbe le differenze (come se non sapesse che la parità di diritti e opportunità, non c'entra nulla con la sua "teoria dell'indifferenziato") e ai deliri del consigliere Cia sul fatto che si voglia andare a parlare a scuola di galli che possono fare le uova, sulle donne notoriamente uscite dalle costole dell'uomo e su bibbie riscritte dall'Arcigay americana (che roba è??!), ovviamente per imporre l'ideologia gender.
Si sono consumati continui attacchi personali al primo firmatario, ad Arcigay e ArciLesbica, la "lobby gay", colpevole di essere presente sugli spalti e di prendere contatti coi consiglieri di maggioranza e quindi , secondo l'opposizione, di controllare Consiglio e Giunta. Forse alla minoranza non è chiaro che il ddl in discussione è frutto dell'unione di due ddl, di cui uno di iniziativa popolare e che è normale che i proponenti, avendo partecipato ai lavori di unificazione, abbiano qualcosa da dire rispetto alla discussione e a ciò che di quella legge deve essere salvato. Sulla tanto potente "lobby gay" viene davvero da sorridere, visti i risultati che la comunità LGBT ha finora conseguito nel nostro Paese, che il fanalino si coda in Europa nel campo dei diritti. Le vere lobby sono ben altre: hanno denari, sono ammanicate con istituzioni potenti, hanno le persone giuste nei posti giusti e una strategia comunicativa vincente. E direi che noi, ad oggi, abbiamo ben poco di tutto ciò. Ma promettiamo di attrezzarci. 

Portami in un posto carino: a teatro contro l'omofobia

Il 20 febbraio alle ore 21 al teatro Portland di Trento la compagnia Chronos3 mette in scena Portami in un posto carino di Tobia Rossi.
Uno spettacolo che parla di coming out e omofobia, uno spettacolo che non possiamo perderci.

Solo per i soci di Arcigay e ArciLesbica, presentando la tessera l'ingresso è a 9 euro, anziché 12.