mercoledì 11 maggio 2016

Approvata la mozione contro l'omotransfobia

E' stata approvata ieri dal Consiglio provinciale la mozione contro l'omofobia.
Una vittoria per noi e per tutte le persone gay, lesbiche e trans invisibile e ancora oggi discriminate nel nostro Trentino.

Ecco un po' di rassegna stampa



Sara Ferrari, Assessora Provinciale alle Pari opportunità
:
APPROVATA oggi dal Consiglio provinciale, dopo 4 anni dalla richiesta di iniziativa popolare, una mozione che in 18 punti impegna la Giunta provinciale ad attivare una serie di azioni, per contrastare le DISCRIMINAZIONI OMOFOBICHE . Dentro il governo provinciale viene assegnata all'Assessorato alle Pari opportunità, di cui ho la responsabilità, la funzione di coordinamento delle azioni previste. A nome della Giunta, posso assicurare che il lavoro inizierà quanto prima.


OMOFOBIA, Sì DI MAGGIORANZA E 5 STELLE. APPROVATA LA MOZIONE. IL CENTRODESTRA NON VOTA
(L'Adige, 11 maggio 2016)
La maggioranza (salvo l'astensione dell'autonomista Walter Kaswalder) e Filippo Degasperi (M5S), che è stato l'unico consigliere di minoranza che ha partecipato al voto, hanno approvato ieri la mozione contro l'omofobia presentata dai quattro capigruppo della coalizione: Alessio Manica (Pd), Gianpiero Passamani (Upt), Lorenzo Ossanna (Patt) e Beppe Detomas (Ual).
Il centrosinistra autonomista, dopo 74 ore di discussione in aula in due anni e mezzo e l'approvazione - ormai l'anno scorso - del primo articolo, non ha avuto infatti la forza di portare fino in fondo il disegno di legge di iniziativa popolare (presentato con il sostegno di 7.000 firme) per contrastrare l'omofobia, soprattutto per l'indisponibilità di Patt e Upt a tenere duro, di fronte all'ostruzionismo delle minoranze.
Il governatore Ugo Rossi, per evitare altri motivi di divisione nella sua maggioranza, già traballante, ha optato dunque per il «piano B», ovvero una mozione nella quale sono stati riportati i contenuti ampi del testo originario, in particolare su scuola e lavoro, che pur senza aver assunto la forza di legge impegnano almeno questa giunta in carica ad attuarli. Per questo, Arcigay del Trentino, tra i promotori del disegno di legge, ha espresso ieri la sua soddisfazione per questa soluzione, che è comunque un ridimensionamento dell'obiettivo originario. La mozione, che ha avuto l'effetto di spaccare le minoranze, divise sulla reazione da dare, ma compatte nell'uscita dall'aula al momento del voto (escluso Degasperi), ha recepito due rilevanti emendamenti proposti da Arcigay, per dare concretezza all'impegno preso dalla giunta Rossi evitando che la mozione resti lettera morta. Innanzitutto, il coordinamento dell'attuazione di questa mozione sarà affidato all'assessore provinciale per le pari opportunità, che è Sara Ferrari (Pd). Inoltre, le misure di attuazione della mozione saranno «definite attraverso l'informativa e il confronto con le associazioni locali maggiormente rappresentative dei soggetti interessati all'attuazione di questa mozione», in sostanza con Arcigay e Arcilesbica. Vengono poi date anche delle scadenze temporali. Entro sei mesi dall'approvazione della mozione «e poi annualmente» la giunta dovrà trasmettere alla commissione competente «una relazione sullo stato di attuazione degli impegni presi da questa mozione e sulle misure che si intendono attuare nell'anno successivo».
È rientrato dunque parzialmente dalla finestra quello che era uscito dalla porta, ovvero le parti che erano state emendate in due anni e mezzo di tagli del disegno di legge, per renderlo digeribile. E la reazione nervosa delle minoranze di centrodestra, che invece di assaporare la vittoria hanno cominciato a litigare tra loro, e hanno infine alzato il tiro, minacciando ora l'ostruzionismo sul disegno di legge sulla Buona scuola che arriva in aula a giugno, come ritorsione rispetto alla scelta di accantonare il disegno di legge per approvare la mozione, che ieri in tanti hanno definito come una scorrettezza. A giugno, le minoranze presenteranno una serie di ordini del giorno sul ddl Buona scuola ostruzionistici sollevando il tema della discriminazione degli obesi o di altre categorie di persone e per riaffermare il primato della famiglia nell'educazione dei figli anche a scuola.
Per la maggioranza sono intervenuti solo il capogruppo del Pd, Alessio Manica, e il consigliere Mattia Civico, che era il primo firmatario del disegno di legge abbandonato, che era stato unificato con quello di iniziativa popolare. Silenzio di Patt e Upt.
Il presidente Ugo Rossi: «Respingo al mittente l'accusa di scorrettezza, visti i mezzi legittimi ma esagerato usati dalle minoranze su questo disegno di legge. La mozione non è un risultato pieno, ma è comunque una vittoria rispetto ai principi che erano nel testo e che vengono ripresi dalla mozione. Noi daremo attuazione agli impegni presi. Se poi le minoranze faranno ostruzionismo sulla Buona Scuola, saranno i cittadini a giudicare».
Paolo Zanella, presidente di Arcigay, è comunque soddisfatto: «Almeno ora la giunta dovrà attuare le misure previste dalla mozione, che erano quelle della legge, confrontandosi con l'associazione e con tempi certi. È vero che la mozione non è legge e dunque impegna solo questa giunta, ma ci sono 2 anni e mezzo per avviare azioni concrete nella scuola e nel lavoro che dimostreranno che la nostra non è una battaglia ideologica».
La conversione del disegno di legge contro l'omofobia in una mozione ha fatto venire allo scoperto una questione politica tutta interna alla minoranza (escluso il Movimento 5 Stelle) fatta di liste civiche (Civica Trentina, Progetto Trentino e Nerio Giovanazzi) e partiti di centrodestra (Forza Italia e Lega), oltre a consiglieri «sparsi», come Manuela Bottamedi e Massimo Fasanelli, che sono nel gruppo misto.
Quattro consiglieri: Giacomo Bezzi (Forza Italia), Maurizio Fugatti (Lega nord), Manuela Bottamedi e Claudio Cia (Civica Trentina), quest'ultimo in dissenso con il suo capogruppo Rodolfo Borga, hanno organizzato ieri una conferenza stampa per annunciare, come ha detto Giacomo Bezzi , che: «Da oggi si fa chiarezza: tra le minoranze c'è chi come noi fa opposizione dura alla giunta Rossi e chi è borderline con questa maggioranza. Ma il modello Rovereto non ci trova d'accordo. Il progetto Daldoss-Valduga, ovvero l'asse con le Civiche, punta a ridare voti al centrodestra per fare vincere il centrosinistra». E Claudio Cia (Civica Trentina), che non ha seguito l'indicazione del suo capogruppo Rodolfo Borga, rincara la dose: «Non voglio ritrovarmi in un progetto modello Valduga senza aver potuto dire nulla. Le Civiche devono dire chiaramente dove si collocano e non possono fare a meno dei partiti. Il modello non è quello con cui ci siamo presentati alle provinciali nel 2013, ma quello della coalizione che mi ha sostenuto come candidato sindaco di Trento: ovvero Civiche e partiti di centrodestra». Il timore di Cia e degli altri è che Civica Trentina, così come Progetto Trentino, non aspettino altro che potersi imbarcare in un'alleanza con il Patt e i centristi, senza o alla fine anche con il Pd, per poter andare in maggioranza e quindi fanno l'opposizione con questa prospettiva. «È come quegli innamorati - dice Cia - che stanno alla finestra a guardare la donna che passa per strada sperando che resti vedova». Secondo il segretario della Lega nord, Maurizio Fugatti , il modello dovrebbe essere quello di Bolzano: «Non sappiamo come andrà a finire ma il candidato sostenuto da partiti di centrodestra e civiche è oggi concorrenziale, se la può giocare. Spiace che sulla mozione sull'omofobia, se tutte le minoranze fossero uscite subito dall'aula forse la maggioranza non l'avrebbe approvata. La spaccatura delle minoranze fa piacere a Rossi perché gli risolve un problema politico». Rodolfo Borga ha detto in aula che invece lui è rimasto per: «Celebrare la vittoria». È uscito come gli altri al momento solo del voto.
Luisa Maria Patruno

OMOFOBIA, APPROVATA LA MOZIONE. ENTRO SEI MESI I PRIMI EFFETTI PRATICI.
Kaswalder astenuto. Opposizione in ordine sparso. «Ostruzionismo sulla scuola»
(Il Corriere del Trentino, 11 maggio 2016)
TRENTO La mozione anti-omofobia, approvata ieri dalla sola maggioranza con l’opposizione uscita per protesta dall’Aula, dovrà produrre i primi effetti concreti entro sei mesi. Così sta scritto nel lungo testo che impegna la giunta a realizzare per via amministrativa ciò che non è riuscita a fissare nei principi con una legge. Ma l’opposizione promette vendetta. Nel mirino, come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere del Trentino , c’è il disegno di legge provinciale che dovrà recepire la «Buona scuola» di Renzi. «Faremo il bis», ha detto senza troppi giri di parole Rodolfo Borga, garante delle minoranze, riferendosi all’ostruzionismo sulla normativa anti-omofobia che ha prodotto negli ultimi due anni 74 ore di dibattito in Aula.
È stato il Pd, con il capogruppo Alessio Manica, a leggere in Aula il lungo dispositivo che impegna la giunta a realizzare corsi nelle scuole finalizzati a contrastare il bullismo omofobico e a tutelare sul lavoro gay, lesbiche, transessuali e intersessuali. Per superare il muro alzato dalle minoranze, negli scorsi mesi i promotori del disegno di legge popolare che raccolse 7.000 firme avevano eliminato alcune delle proprie richieste, ora rientrate a pieno titolo nella mozione. «Le misure della mozione sono definite anche attraverso l’informativa e il confronto con le associazioni locali maggiormente rappresentative dei soggetti interessati all’attuazione di questa mozione», dice uno degli emendamenti concordati tra il comitato promotore e Rossi. È stato poi introdotto l’impegno «a trasmettere entro sei mesi dall’approvazione della mozione e poi ogni anno alla commissione permanente del Consiglio una relazione sullo stato di attuazione degli impegni e sulle misure che si intendono adottare nell’anno successivo». Le associazioni Lgbt, viste dall’opposizione come fumo negli occhi, dovranno essere «coinvolte nelle attività di verifica le associazioni locali maggiormente rappresentative dei portatori di interesse coinvolti dalla mozione».
Upt e Patt, pur avendo sottoscritto la mozione, non sono intervenuti nel dibattito, prestando il fianco alle critiche dell’opposizione che ha definito la mozione il prezzo da pagare al Pd da parte del governatore Rossi dopo le ultime fibrillazioni interne. Walter Kaswalder (Patt) si è astenuto, accennando a traiettorie nuovamente eccentriche rispetto al suo partito, che non gli garantisce l’appoggio all’elezione a vicepresidente del Consiglio regionale.
Anche l’opposizione si è spaccata. Hanno deciso di uscire subito dall’Aula, ancora prima di iniziare la discussione delle mozioni pomeridiane, Giacomo Bezzi (Forza Italia), Manuela Bottamedi (misto), Claudio Cia (sempre più in rotta con Civica trentina) e Maurizio Fugatti (Lega). Hanno addotto questioni di metodo e di merito, ma il dato politico è il tentativo di accreditarsi come gli unici consiglieri di opposizione che «fanno opposizione senza pensare, o sperare, che potrebbero governare nel 2018 con una parte dell’attuale maggioranza, in sostituzione del Pd». «Se tutta l’opposizione fosse uscita dall’Aula, forse la maggioranza non avrebbe avuto il coraggio di votare da sola la mozione e oggi il tema sarebbe ancora un problema per il centrosinistra. Ora invece il vulnus è caduto», dice Fugatti.
Progetto Trentino e il resto di Civica trentina hanno invece partecipato alla discussione, criticando la maggioranza e promettendo un durissimo ostruzionismo «a partire dalla legge sulla scuola». Al momento del voto, sono usciti tutti. Unico a restare in Aula è stato Filippo Degasperi: «Ero favorevole alla legge, lo sono anche alla mozione».
Alessandro Papayannidis

domenica 8 maggio 2016

Liberi di essere 2016: il programma

Dal 14 al 28 maggio 2016 a Trento torna Liberi e Libere di essere, tanti eventi culturali per celebrare la Giornata internazionale contro l'omotransfobia.

Le iniziative di quest'anno vogliamo dedicarle a Fiammetta Tevini, la nostra mamma rainbow prematuramente scomparsa.





Qui trovate il programma completo.

giovedì 5 maggio 2016

Da legge a mozione: parteciperemo e vigileremo

La soluzione di trasformare la legge contro l’omofobia in una mozione che la ricalcasse in toto era da tempo all’interno di un’exit strategy condivisa anche dai proponenti. L’isterico ostruzionismo della minoranza aveva obbligato un significativo ridimensionamento della legge stessa, con l’abrogazione di parti importanti al solo fine di stralciare i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione. Era stato posto anche un termine ultimo, ovvero il mese di maggio, entro cui Arcigay e i promotori popolari avrebbero ritirato il testo, per toglierlo dall’impasse di un’Assemblea bloccata e incapace di portarlo ad approvazione.
La mozione depositata da tutti i capigruppo di maggioranza non riassume la legge come sarebbe risultata successivamente al suo ridimensionamento, ma riassume la legge originale, quella licenziata dalla commissione e che risulta maggiormente fedele al testo sottoscritto da 7000 cittadini trentini.
Arcigay incontrerà nelle prossime ore il Presidente del Consiglio Bruno Dorigatti per avere delucidazioni sul percorso in Aula della mozione e, soprattutto, il Presidente della Provincia Ugo Rossi per discutere i tempi e i modi della traduzione della mozione in una serie di delibere che rendano efficaci e operativi i principi enunciati.
Se da un lato possiamo stigmatizzare l’incapacità politica della maggioranza nel portare ad approvazione un testo contro le discriminazioni fondate sull’omofobia, cosa che peraltro non abbiamo mai mancato di sottolineare, non possiamo non considerare che l’ostruzionismo delle minoranze aveva impedito già da tempo la possibilità di approvare un testo completo e organico, obbligandoci a rinunciare a parti importanti che invece la mozione riesce a contenere.
Sarà nostro compito partecipare attivamente al percorso che tradurrà la mozione in atti amministrativi, sollecitando la Giunta ad onorare ciò che la mozione, in modo chiaro e stringente, le chiede di attuare.